Parliamo di “Rigantoca”
Non tutti sanno che ….
Ideata da Vittorio Vichi e gestita nelle precedenti edizioni da Giuseppe Ferrari
Dal 2018 gestita dalla Commissione “Rigantoca”:
Roberto Manfredi cel.3473090185 – Giuliano Geloso cel.3334820077 – Giorgio Cetti cel.3332691126
Bruno Tonelli cel.3334117386
“RIGANTOCA” 2021 il 13 GIUGNO
Cosa è la Rigantoca ?
La Rigantoca è per gli “addetti ai lavori “ una marcia in montagna, non competitiva che il CAI Sezione di Sampierdarena (Genova) organizza tradizionalmente ogni seconda domenica di giugno a partire dall’anno 2000. Il percorso, lungo 43.21 km, si snoda su sentieri di media montagna ed è caratterizzato da un dislivello di circa 1.950 mt. in salita e 1.200 mt. in discesa; è quindi adatto esclusivamente a buoni ed allenati camminatori e/o corridori in grado di dosare le proprie forze su percorsi impegnativi.
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RIGANTOCA Percorso scaricabile per smatphone:⇒http://my.viewranger.com/route/details/MTE1OTQw
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MezzaRIGANTOCA Percorso scaricabile per smatphone:⇒https://my.viewranger.com/route/details/MjM5MTU4Mg==
Queste le aride informazioni tecniche di massima sulla marcia;
ma perché si chiama Rigantoca ?
Il nome Rigantoca deriva dalla sintesi di alcune delle lettere iniziali delle tre principali località interessate dal percorso e cioè Righi (località di partenza posta sulle alture di Genova), Antola (la vetta del monte da raggiungere), Caprile (località di arrivo, paesino sotto il monte Antola, nei pressi del lago artificiale del Brugneto); da qui nasce l’acronimo Rig..Anto..Ca. Chi poi si soffermasse ad osservare con attenzione il logo de La Rigantoca, oltre a trovare conferma di quanto sopra illustrato circa il nome, potrebbe essere incuriosito da quello strano ghirigoro che sovrasta la scritta stessa; ebbene esso non è altro che il profilo altimetrico del percorso con una piccola croce posta sul suo vertice superiore, il m. Antola, croce che ricorda quella che vedono gli escursionisti che giungono in vetta.
Altra curiosità:
perché quelle tre linee con colori diversi (verde, rosso, giallo) che racchiudono il logo?
Ecco la risposta: il verde richiama il colore dei prati dell’Antola nel mese di giugno, il rosso e il giallo, unitamente al bianco dello sfondo, ricordano il colore dei narcisi che su quei prati crescono. Queste le notizie tecniche e le curiosità circa questa marcia che non tutti sanno… come non tutti sanno che dietro ad essa c’è, ancora più importante, una storia di passione per la montagna, fantasia, impegno, tanta fatica e grandissima tenacia che oggi possiamo solo tentare di immaginare invidiando coloro che hanno avuto il privilegio di viverla dall’inizio, storia che proponiamo riportando di seguito, con il permesso dell’Autore, un ampio stralcio dell’articolo scritto per l’Annuario della Sezione nell’ormai lontano 2002 da uno dei due ideatori (Vittorio “Gino Vichi e Giuseppe “Giuse” Burlando) di questa marcia e che ha proprio per titolo “Non tutti sanno che …”:
NON TUTTI SANNO CHE …. ( di Vittorio “Gino” Vichi)
Premessa
Raggiungere la montagne simbolo dell’escursionismo genovese partendo direttamente da Genova non è certamente una novità. Chissà quanti nel passato si sono cimentati in quest’ impresa , vuoi per contingenti necessità (commerci, rapporti di parentado, eventi bellici, ecc.) o, più recentemente, per pura passione romantico-sportiva.. Emblematica a questo proposito è stata sicuramente la marcia Prato-Torriglia-m.Antola-Busalla che, il 15 luglio 1906 portò un nutrito gruppo di appassionati “bisagnini” (verdurieri) dalla Val Bisagno alla Valle Scrivia per rientrare poi con il treno da Busalla, dopo aver partecipato alla tradizionale festa agreste-religiosa che puntualmente ogni anno si ripete sulla vetta dell’Antola.
“O gh’aveiva partecipou anche mae poae “(Ci aveva partecipato anche mio padre) dice con orgoglio ai suoi ospiti il nostro carissimo amico GiBi.S. indicando un giovinetto piazzato in prima fila fra l’eterogeneo gruppo di marciatori, eternati nell’ingiallita foto d’epoca, esposta come un cimelio nello studiolo di casa sua.
foto di Alfred Noack
L’ Idea
E’ con questo sentimento di passione sportiva, mista a tradizione e devozione popolare, che matura nella mente dell’altro nostro carissimo amico G.B. “bisagnino” anche lui, l’idea di emulare la mitica marcia. Giovanissimo negli anni ’40, con un gruppo di fedeli coetanei effettuò un paio di volte l’avventurosa traversata. Moltissimi anni dopo, in età più che matura, persi di vista gli antichi compari, ma desideroso di ripetere l’impresa, riuscì a coinvolgermi trasmettendo anche a me il virus della citata passione.
L’escursione dal Righi all’Antola con discesa a Caprile
Studiammo attentamente il percorso sulle cartine dell’ IGM. Dopo aver valutato i pro e i contro, le possibili varianti, dopo vari ripensamenti, numerosi rinvii e tanti “squaexi”(smancerie), si decise di realizzare la traversata variandone il percorso originale in modo da concluderlo in giornata, adattandolo quindi alle nostre personali esigenze:
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partire da una località di Genova sufficientemente significativa e comoda per entrambi.
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percorrere possibilmente i sentieri segnalati dalla F.I.E. cercando di mantenere l’asse ideale Genova–Antola.
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scendere dalla Vetta al paese più vicino, idoneo ad un adeguato ristoro ed al successivo rientro in auto.
Con un tempo ideale mercoledì 24 giugno 1998,
Festa di S. Giovanni Battista, alle ore 4,40, partimmo finalmente dal Righi (inizio via delle Baracche) per la sospirata traversata alla volta dell’Antola. Sfruttando la segnaletica F.I.E. toccammo le seguenti località: Valico di Trensasco e Chiesetta di Sella per la costiera divisoria fra Val Polcevera e Val Bisagno; poi Valico di m. Bonetto, Fregaiasse, Fontanasse, Casalino e Pratogrande, per scendere in Valle Scrivia. Quindi risalita da Avosso, Cappelletta di Gorra e di Banca, Piani, Crosi, Cappelletta del Colletto, Casa Piccetto, Casa Antola e Vetta dell ‘Antola, per ridiscendere infine, nei pressi del Lago del Brugneto verso le 17,40, nell’affollata piazzetta di Caprile, un po’ stanchi ma felici e soddisfatti della bella e riuscitissima “scarpinata”.
Oltre al bel tempo, anche il caso ci volle premiare:
data la ricorrenza di S. Giovanni, osservata a Caprile con tanto di Banda Musicale di Sussisa ed il Complesso autotrasportato di Capanne di Trebino, inaspettatamente al nostro arrivo fummo accolti da un’assordante marcia trionfale, da gioiosi virtuosismi del campanaro, nonché dagli applausi dei festosi passanti (con un po’ di vanità, mi piacque immaginare che tanti onori fossero a noi riservati, al pari di un porporato col suo seguito, in visita pastorale). Una bottiglia di vino, un vassoio di affettati assortiti e due caffè consumati da “Berto”, nonché l’immancabile stretta di mano fra due amici, suggellarono la bella impresa, mentre attendevamo che Paolo, il figlio di G.B., ci venisse a recuperare con la Panda.
Foto storica Monte Antola
La Proposta
A pensarci bene la traversata non mi parve però così terribile e massacrante come me l’ero immaginata. Al contrario, il continuo variare del paesaggio, il susseguirsi di scorci ameni e caratteristici ne attenuavano la faticosa lunghezza, rendendola, tutto sommato, almeno per noi, piacevole e interessante. Mi venne così l’ idea, condivisa anche da G.B., di proporla in Sottosezione (In allora Sampierdarena era Sottosezione della Sezione La Ligure del CAI) come manifestazione da organizzare, magari con l’aiuto della F.I.E., per festeggiare a nostro modo la imminente fine del 2° Millennio, sotto forma di marcia non competitiva, aperta a tutti i buoni camminatori.
Nasce La Rigantoca
L’iniziativa, esposta all’Assemblea Sottosezionale del 27 novembre 1998, fu ufficialmente approvata e notificata con l’appellativo di “RIGANTOCA” (sintesi di Righi, Antola, Caprile), e quindi inserita nel calendario delle attività sociali per l’anno 2000, alla data già stabilita di domenica 11 giugno. Il consiglio direttivo F.I.E., messo al corrente del nostro progetto, accettò di buon grado la nostra richiesta di collaborazione, anzi, valutatane l’importanza, riuscì a coinvolgere l’Ente Parco Regionale dell’ Antola che…(omissis), aderì con interesse all’iniziativa, proponendosi come Patrocinatore della manifestazione. Per prima cosa si costituì un Comitato Organizzatore composto da alcuni membri delle due Associazioni e dall’Ente Parco, con il compito di studiare e coordinare la preparazione della nostra Marcia. Subito all’opera il Comitato Organizzatore dispose il ripristino dei tratti di sentiero rovinati o pericolosi e apportò alcune necessarie varianti alla prima versione dell’itinerario:
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Partenza tra le ore 4.30 e 5,30 dal piazzale antistante la stazione dell’arrivo della funicolare …(omissis)
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Fu aperto un nuovo allacciamento della F.I.E., per evitare i noiosi e pericolosi tratti asfaltati …(omissis)
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Venne inserita una breve digressione dal sentiero principale, per accedere al punto di ristoro offerto dalla Pro Loco di Pentema …(omissis).